Una curiosità che in pochi conoscono e suscita perplessità nei più attenti che frequentano il Gavia è relativa alla sua reale quota sul livello del mare.
Arrivando al Passo Gavia ancora oggi il cartello riporta la quota 2652 metri sul livello del mare, in realtà in quel punto ci si trova per l’esattezza a “soli” 2621 metri.
C’è chi grida “alla truffa”, come se si volesse alzare il passo, che data la sua notevole altitudine a nostro giudizio non ce ne è bisogno. Per correttezza va detto però che la quota riportata non è esatta, o almeno ad oggi non è più corretta. Vi spieghiamo il motivo di questa apparente contraddizione.
Queste due cartine sono state realizzate ad inizio ‘900.
La prima è disegnata da Luigi Brasca su base rilievi ed indicazioni di Aldo Bonacossa nel 1914, disegnata su richiesta del Regno d’Italia appena prima lo scoppio della Grande Guerra. Sono indicati i confini di Stato, quelli che oggi sono semplicemente confini regionali.
La seconda invece è turistica ed è disegnata da Giuseppe Galli per il Club Alpino Italiano sezione di Milano sempre prima dello scoppio della Grande Guerra.
La strada carrozzabile all’epoca terminava a Santa Caterina da Bormio ed a Sant’Apollonia da Ponte di Legno, ma in realtà il collegamento esisteva sicuramente già fin dal Medioevo, e con buone probabilità anche dai secoli precedenti.
Salendo da Santa Caterina c’era una vecchia mulattiera che portava a Plaghera e poi un sentiero che seguiva un percorso diverso in alcuni punti rispetto alla strada odierna, almeno fino al Pian Bormino, ma al suo termine, invece di costeggiare il Lago Bianco ed arrivare al punto più basso possibile, come la regola vorrebbe, la strada si manteneva di parecchio verso il Monte Gaviola per scendere poi in Valle delle Messi più in alto, esattamente a 2652 metri di quota. Discesa per altro molto aspra e temibile quella in Valle delle Messi: arrivare in fondo al piano di Sant’Apollonia era decisamente arduo.
Una volta scoppiata la guerra, le necessità di portare rapidamente materiali, viveri e truppe alpine dall’Adamello all’Ortler/Cevedale portò con grande ingegno alla nascita dell’odierna strada militare del Passo Gavia. Gli Alpini però, una volta giunti nei pressi del valico, decisero per comodità e maggior semplicità, di sfruttare il punto più basso possibile per effettuare il transito del passo ed ecco quindi che la nuova quota del Passo Gavia scese a 2621 metri.
Se vedete ancora cartelli con scritto “2652m” non è una “truffa”, è la storia del Gavia dei tempi che furono, quando per molti secoli il punto di scollinamento era diverso da quello odierno.