“Così lo stesso ambiente che per cause di guerra ha visto i sacrifici e la morte di tanti giovani soldati, diventa per nuove generazioni di giovani, in un’epoca di pace duratura, culla di grandi gioie, palestra di grandi imprese, scuola di grandi esperienze”. Don Eugenio Bussa.
La prima struttura costruita sul Gavia, correvano gli anni ‘20, “l’albergo alpino Passo di Gavia”, eretto da 7 fratelli di Pezzo, piccola località sopra Ponte di Legno, che cercò di fare del valico, con la strada militare appena costruita, meta di turismo. Con lo scoppiare della seconda guerra mondiale svariati problemi spinsero i fratelli a vendere l’edificio.
Fu proprio una parrocchia di Milano, con Don Eugenio che tanto voleva acquistarla per i suoi ragazzi, grazie ad un benefattore, a rilevarla nel febbraio 1948, a luglio iniziarono i lavori di ristrutturazione ed un primo ampliamento con l’aggiunta di un piano. Notare che all’epoca non esistevano gru a queste quote, si spingevano i materiali con le carriole su per assi di legno inclinati. Nel 1949 si inaugura così la “Casa d’alta montagna” del Passo Gavia, il grande sogno di Don Eugenio si avvera, una struttura a 2621 metri di quota dove far trascorrere le estati ai suoi ragazzi.
La strada del Gavia all’epoca richiedeva nervi saldi e mezzi idonei, era proprio Don Eugenio che portava i ragazzi sul passo con la sua jeep già nei primi anni ‘50, quando la strada ancora non veniva pulita, ad inizio luglio a volte non si riusciva ancora ad arrivare sul passo da Santa Caterina in alcune annate, doveva abbandonare la jeep poco sotto il lago Bianco. Avere un mezzo a quattro ruote motrici in quegli anni era raro, doveva fare manovra sui tornanti salendo da Santa Caterina, la strada era molto stretta, solo dopo il 1961, quando lo stato decise di prenderla in consegna e trasformarla da strada militare in strada statale, iniziarono a farsi alcuni lavori per ammodernarla.
Sul lato di Santa Caterina venne asfaltata nel 1987, sul lato di Ponte di Legno nei primi anni ‘90. Negli anni ha sempre voluto portare novità alla casa, fino a realizzare una parte nuova all’inizio degli anni ‘70, nel 1973 fu definitivamente ultimata ed ancora oggi è rimasta tale, come ci mostra la terza foto. Per la sua grandezza venne definita “il Vaticano”, ancora oggi noi “conoscitori” lo chiamiamo il Vaticano del Gavia.
Ci sono racconti e testimonianze dei ragazzi che passarono le loro estati qui molto belli, certamente l’esperienze vissute sul Gavia rimarranno nella loro memoria a lungo. “La vacanza trascorsa al Gavia è stata diversa dalle altre, perché mi ha in parte modificato: mi ha fatto capire la bellezza della vita comunitaria e mi ha fatto apprezzare l’importanza di alcuni valori umani riscoperti lassù, tra le cime proiettate armoniosamente verso il paradiso”.
Oggi la casa non è più di proprietà della parrocchia milanese, è stata acquistata pochi anni fa dalla famiglia Bonetta, già proprietaria del rifugio a fianco aperto nel 1960, loro comunque continuano ad affittarla ad oratori e gruppi che vogliono trascorrere qualche giorno in alta quota, proprio come si faceva un tempo.
La prima foto in copertina è del 1948.
M.Trezzi